È un percorso individuale online (ma si può svolgere anche in presenza) in cui vengono mixati i linguaggi visivi di sogno e fotografia, ciò per potenziare il processo introspettivo-trasformativo,
Il materiale onirico e fotografico creati dal partecipante sono letti in chiave psicanalitica e secondo i metodi della fotografia artistica terapeutica.
È un contenitore che attraverso i linguaggi visivi, quali sogno e fotografia -apparentemente distanti ma potentemente in dialogo -mira a muovere l’inconscio verso direzioni non note al soggetto. (Psicanalisi e Fotografia, ricordiamo, nascono nello stesso contesto storico). Quasi certamente il viaggio intrapreso, attiverà una forza creativa che metterà al lavoro le tematiche presenti nello psichismo del soggetto e necessarie di essere viste. Non è una psicoterapia, ma può avere effetti curativi. L’ispirazione si rifà ai riti di incubazione dei sogni dell’antica Grecia presso i Templi dedicati ad Asclepio. Qui si recavano i pellegrini per mettersi in contatto con la divinità per riattivare quanto interrotto col proprio mondo interno.
L’idea nasce sulla scorta di una precedente e fortunata esperienza con metodologia di gruppo. Un laboratorio immaginale a distanza con 18 partecipanti. Un contenitore introspettivo creato d’istinto per elaborare i difficili vissuti ed emozioni generati dalla pandemia da Covid19 ed offerto come dono alla collettività, per attraversare lo spaesamento ed angosce del primo lockdown, per registrare e reggere i sogni archetipi dell’umanità che si sono mossi in risposta a tutto questo perturbante. Le stanze chiuse dalle quali ciascuno comunicava, attraverso la regia di Marilena, si chiudevano ed aprivano a ritmo alternato, come la mucosa del nostro occhio: ora aperto dentro i sogni, ora aperto fuori a catturare scatti fotografici nel mondo.
Di Stanze è il nome col quale il gruppo intende prossimamente restituire al mondo quanto vissuto nel potente lavoro di gruppo: il progetto è stato selezionato nella Call for Paper2020 della prestigiosa rivista Ne.Mo di fotografia sociale e terapeutica. E a breve diventerà anche una mostra.
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Psicologa Psicoterapeuta a Tavernerio COMO
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